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Francesco Venerucci

Francesco Venerucci a tutto jazz per una inedita “Indian summer”

«Da vent’anni desideravo fare qualcosa con Javier Girotto. Ha fatto cose magnifiche con i sassofoni e con i flauti andini», dice il pianista e compositore che il 10 novembre presenta il suo nuovo lavoro a Roma

Indian summer è il nuovo lavoro di Francesco Venerucci, con Javier Girotto al sax, che sarà presentato il 10 novembre all’Alxanderplatz di Roma. Pianista e compositore attivo sia nell’ambito della cosiddetta “musica colta”, sia in ambito lirico e teatrale, Venerucci è un musicista di primo piano anche e soprattutto sulla scena jazzistica italiana ed internazionale.
Oltre ad una ricca produzione di composizioni di musica orchestrale e da camera, ha all’attivo la realizzazione di due opere liriche – il dramma musicale Kaspar Hauser, con libretto di Noemi Ghetti, e la profonda rielaborazione dello Scanderbeg, di Vivaldi, con nuovo libretto di Quirino Principe.
Come pianista e compositore Jazz ha finora pubblicato quattro album – Tango Fugato nel 2007, Early Afternoon e poi Tramas, in collaborazione con il grande sassofonista Dave Liebman tra il 2017 ed il 2019 – ed il recentissimo Indian Summer, uscito su Alfa Music il 18 ottobre scorso. Lo abbiamo incontrato in occasione della pubblicazione del suo nuovo lavoro.

Venerucci e Girotto

Come è nata l’idea di questo disco e a che cosa allude il titolo?
L’idea di questo progetto risale a diversi anni fa ed ha avuto una genesi piuttosto lunga, anche se poi è stato realizzato in tempo relativamente breve. Il titolo dell’album Indian Summer proviene dalla suggestione per una frase ricorrente ripresa dalle lunghe conversazioni avute con Dave Liebman al tempo della nostra stretta collaborazione.
È un titolo in qualche modo evocativo – con un ricco passato sia in ambito letterario che teatrale – che gioca su di un doppio significato, visto che in realtà fa riferimento a quella che noi chiamiamo “l’estate di San Martino”, ovvero quella bella stagione effimera che spesso si avverte a metà autunno prima dell’arrivo dell’inverno.
Come ho appuntato nelle note di copertina, si tratta di una sorta di metafora che riguarda il proprio vissuto personale, la fiducia in una riconquista dei “giorni sereni” dopo le vicissitudini di un periodo particolarmente difficile.

Quali sono i punti di contatto e le differenze rispetto alla tua produzione precedente?
Ho iniziato ad incidere dischi nel 2007, quindi abbastanza tardivamente rispetto alla mia attività di pianista e compositore in ambito jazz. Si tratta di una fetta molto importante nella mia vita nel corso della quale sono successe moltissime cose, e la distanza temporale – cinque anni circa – tra gli ultimi due album è in parte dovuta al periodo del lockdown e della conseguente sospensione delle attività artistiche. A ben vedere tutti e quattro i miei lavori sono tra loro collegati, innanzitutto sono tutti album di brani originali, e avendo la pazienza di volendoli ascoltare uno di seguito all’altro, ci si rende conto che si caratterizzano come una sorta di diario intimo e personale dei miei sentimenti.
Sono inoltre dei brani abbastanza “scoperti” nei quali c’è una predilezione per la forma melodica della musica ed un gusto per l’armonia e per certe atmosfere, se vogliamo “alla Bill Evans”, che hanno un sapore in qualche modo “post romantico” e che tutto sommato sono un po’ fuori dalle tendenze attuali o che vanno per la maggiore in questo momento.
L’altra particolarità sta nel fatto che comunque chi ascolta questo disco può farsi solo un’idea parziale delle mie attività, in quanto negli ultimi anni io ho composto musica per sale da concerto e pubblicato anche brani di musica da camera, ma in ogni caso tutte le mie esperienze restano collegate, perché in qualche modo anche in questi pezzi di jazz si sente un po’ del mio bagaglio culturale di musicista “classico”.

Quindi questo lavoro ha un approccio diverso rispetto a quello dei dischi precedenti?
Indian Summer, a differenza del precedente Tramas , è un classico disco per quartetto jazz, con me al pianoforte, Javier Girotto ai sassofoni, Jacopo Ferrazza al contrabbasso ed Ettore Fioravanti alla batteria. Anche gli arrangiamenti non sono particolarmente elaborati, con l’esposizione del tema e poi gli assoli dei musicisti, per cui se vogliamo c’è anche una ricerca nella direzione di arrivare ad una sintesi, all’essenzialità di un brano. Al contrario il primo disco inciso con Dave Liebman – Early Afternoon – era essenzialmente un disco per piano solo in cui Dave interveniva con il suo sassofono solo in quattro brani, mentre in Tramas c’era un organico molto più articolato, con un classico quintetto Jazz (tromba, sax, piano, basso e batteria) arricchito dalla presenza di un quintetto d’archi e del bandoneon, così come pure nel primo album – Tango Fugato – c’erano i due archi, i fiati, il bandoneon e la sezione ritmica. In qualche modo ho di nuovo “saccheggiato” la formazione degli amici di Aires Tango; infatti, mentre in Tango Fugato avevo coinvolto Marco Siniscalco al basso e Michele Rabbia alla batteria, nel nuovo disco c’è Javier Girotto.
La cosa divertente è che mentre in Tramas ho fatto suonare ed improvvisare un tango a Dave Liebman, che non lo aveva mai fatto, in Indian Summer non c’è nemmeno un tango nonostante la presenza del mio amico argentino. In verità erano vent’anni che desideravo fare qualcosa con Javier ed è stata un’esperienza stupenda da tutti i punti di vista, ha fatto cose magnifiche sia al sax soprano che al sax baritono e ci ha regalato momenti particolari anche utilizzando dei flauti andini. La sua forza sta anche in questa sua immediatezza espressiva con la quale va dritto all’essenza del pezzo.

Oltre a Girotto cosa ci puoi dire degli altri musicisti che hai coinvolto?
Trattandosi di un progetto per quartetto avevo bisogno della massima eccezionalità di ogni singolo elemento: Jacopo Ferrazza non solo fa degli assoli, ma ha anche molte parti obbligate, che ha sviluppato in maniera egregia, anche perché c’è sempre e comunque un approccio polifonico e contrappuntistico in tutti i miei brani che sono concepiti dal punto di vista compositivo in un’ottica potenzialmente orchestrale. Quindi, tenendo conto che abbiamo avuto un tempo piuttosto limitato per lavorare, e anche se non c’è stata una lunga gestazione del progetto, non avevo dubbi sulla sua riuscita finale avendo appunto a disposizione dei musicisti di questo livello, come lo stesso Ettore Fioravanti alla batteria, che resta una colonna portante del Jazz italiano, non solo come strumentista ma come musicista a tutto tondo, per cui mi sentivo assolutamente al sicuro da questo punto di vista.

Come si inserisce un album di jazz piuttosto “classico” nel panorama della produzione attuale?
Come detto mi sento un po’ distante dalle tendenze attuali, la musica oggi sta prendendo tantissime strade diverse, molte di queste sono ahimé piuttosto ripetitive, molto preformate, si stanno affermando dei nuovi canoni stilistici che in un brevissimo lasso di tempo diventano dei nuovi format, ripetuti ed imitati; se qualcuno fa qualcosa di buono, accade che molti altri lo seguano facendo immediatamente qualcosa di molto simile, anche se di qualità, magari anche ben fatto, ma privo di originalità.

Questo accade oggi a causa dell’enorme diffusione delle tecnologie e dei mezzi di comunicazione?
Non ne sono del tutto convinto, se noi prendiamo un solo anno solare, per esempio il 1969, ci accorgeremmo che solo in quell’anno in cui fu pubblicato Bitches Brew di Miles Davis, uscirono una quantità di dischi, non solo di jazz, ma anche di rock o di canzoni d’autore, ad un livello compositivo, esecutivo e visionario assolutamente pazzesco, che oggi sarebbe assolutamente inconcepibile. Oggi non è più così, c’è molta musica in giro, fatta anche abbastanza bene, ma ripeto, piuttosto “standardizzata”.

Una musica che non riesce ad avere l’impatto culturale che poteva avere all’epoca?
Certamente parliamo di anni diversi, di periodi molto diversi, probabilmente incomparabili proprio per la grande energia innovativa che c’era all’epoca. Certo oggi ci troviamo in una fase storica che è al momento quasi impossibile decifrare, per il semplice fatto che ci siamo ancora totalmente immersi. Quello che veramente sta accadendo forse arriveremo a capirlo tra qualche anno; non c’è dubbio che ci saranno delle nuove idee, nuove direzioni, dei nuovi talenti e tante nuove cose da scoprire strada facendo.
Dal mio punto di vista io faccio il mio discorso personale, che poi è quello che dovrebbero fare tutti quanti, ovvero essere originali e portare avanti con onestà e coerenza quello che si sente in quel momento di poter dire e di poter fare.

 

Intervista di Roberto Biasco, critico musicale e collaboratore di Left

Fonte: Left.it

Francesco Venerucci

Nuovo Album INDIAN SUMMER | Francesco Venerucci

Domenica 10 novembre, alle 21:00, Francesco Venerucci con Javier Girotto, Jacopo Ferrazza ed Ettore Fioravanti presenterà il suo nuovo disco Indian Summer.

 

Lo storico jazz club Alexanderplatz (Via Ostia, 9 Roma), domenica 10 novembre alle 21:00, ospiterà il concerto del pianista e compositore Francesco Venerucci che, accompagnato da Javier Girotto (sax soprano, sax baritono e flauti andini), Jacopo Ferrazza (contrabbasso) ed Ettore Fioravanti (batteria), presenterà il suo nuovo disco intitolato Indian Summer, pubblicato dalla nota etichetta AlfaMusic e uscito venerdì 18 ottobre sui digital stores, mentre in copia fisica disponibile da venerdì 25 ottobre. La tracklist è formata da dieci brani composti e arrangiati da Venerucci. Indian Summer è frutto di una succulenta commistione improntata su jazz e latin jazz, dalle venature funk e con colorazioni provenienti dalla musica colta, a riprova della poliedricità stilistica del leader e dei suoi tre eccellenti compagni di note. Ma ciò che caratterizza questa nuova opera discografica è la grande sensibilità di Francesco Venerucci per la cantabilità dei temi, il senso melodico e la finezza armonica, elementi indispensabili per dar vita a un luminoso mosaico di suoni e colori cangianti. L’autore descrive così la genesi e il mood di Indian Summer: «Ho scritto dieci nuove composizioni originali per quartetto jazz. In questo progetto, per la prima volta, ho avuto il piacere di collaborare con Javier Girotto. Tutti i brani sono stati composti e arrangiati con in mente il suo suono inconfondibile. L’intero disco ha beneficiato di una profonda coerenza stilistica e una naturale intesa interpretativa, anche grazie al solido talento di Jacopo Ferrazza al contrabbasso e all’autorevole maestria di Ettore Fioravanti alla batteria». Un concerto, dunque, non solo appannaggio dei puristi del jazz, ma per tutti coloro che amano la buona e vera musica senza alcun pregiudizio di sorta.

Biografia Francesco Venerucci

Pianista raffinato, eclettico, votato alla melodia, capace di creare intarsiature armoniche di ottima fattura e abile nello spaziare con brillantezza dalla musica colta al jazz, dal tango alla musica sperimentale. Compositore e arrangiatore prolifico, Francesco Venerucci è un musicista di ampie vedute dalla prestigiosa formazione accademica: laurea in “Composizione Jazz” presso il conservatorio Santa Cecilia (Roma), Master di II livello post laurea in “Composizione Teatrale” presso il conservatorio Evaristo Felice Dall’Abaco (Verona) e diploma in “Composizione Classica” e pianoforte. Svariati i riconoscimenti nell’arco della sua carriera: primo premio al concorso di composizione “Barga” e terzo premio al concorso di composizione “Dimitri Mitropoulos” (Atene), solo per menzionarne alcuni. In veste di compositore scrive tre opere liriche (Sogno di una Notte di Mezza Estate, Kaspar Hauser e Scanderbeg) e pubblica quattro CD a suo nome: Tango Fugato, Early Afternoon, Tramas e l’ultimo “figlio” intitolato Indian Summer. Grazie al suo talento, durante la sua attività, stringe collaborazioni significative al fianco di musicisti blasonati in ambito internazionale come Dave Liebman, Javier Girotto, Miltos Logiadis, Claude Delangle, Michele Rabbia, Gianni Iorio, David Riondino e tanti altri ancora.

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Francesco Venerucci

TRAMAS ALBUM | FRANCESCO VENERUCCI FEAT. DAVE LIEBMAN

TRAMAS, il nuovo album del pianista e compositore FRANCESCO VENERUCCI, è un disco che si snoda attraverso nove tracce, tutte originali, nel quale il comune denominatore è l’assoluta qualità di composizioni ed esecuzioni, ed un gusto che fa di questo lavoro una bellissima conferma del talento del cinquantunenne pianista romano. Jazz ma non solo; si va dalle sponde del Mar Mediterraneo a quelle atlantiche direzione New Orleans, dall’Africa all’Europa. Fra le composizioni spicca la dedica alla tragedia del Ponte Morandi di Genova del 2018, testimoniata dall’intensità del brano “August 14th”.

Per la seconda volta su disco al fianco di Venerucci (la prima fu nel suo precedente lavoro Early Afternoon) il sassofonista statunitense DAVE LIEBMAN, uno dei più importanti interpreti del jazz mondiale degli ultimi cinquanta anni. La base del disco, composta da un quintetto, vede nella tromba dello spagnolo RICARDO FORMOSO una sponda di dialogo musicale importante con i due leader. Completano il lineup una ritmica solida e creativa composta da due giovani talenti del jazz italiano come il contrabbassista TANCREDI EMMI e il batterista BRUNO TAGLIASACCHI MASIA, e la presenza, in alcuni brani, de I SUONI DEL LAGO STRING QUINTET e del bandoneista GIANNI IORIO.

FRANCESCO VENERUCCI PARLA DI “TRAMAS”

Estate 2018.

Approfittando della relativa calma estiva mi ero immerso nell’impresa di creare , modellare e definire le composizioni di quello che poi sarebbe diventato TRAMAS.

All’inizio dell’estate non avevo un’idea chiara di quali pezzi avrei registrato. Alcuni brani ancora inediti ritornavano più spesso nei miei programmi da concerto. Altri invece erano caduti un po nel dimenticatoio per varie insondabili ragioni. Rivedendo in maniera casuale il materiale accumulato negli anni mi sono ritrovato tra le mani un quaderno in cui avevo annotato le mie prime idee abbozzate di pezzi, un adolescente autodidatta che giocava ad imitare i maestri. Questa cosa di riprodurre la musica altrui, non è stato mai il mio forte, fortunatamente, in quanto ha costituito la spinta ed il pretesto per iniziare a scrivere le mie prime composizioni. Ho scelto alcune di queste idee musicali abbozzate, che come poesie d’amore incompiute attendevano di essere terminate e pubblicate, integrandole e completandole nel mio linguaggio attuale.

Tra i musicisti chiamati a partecipare alla registrazione del disco un sentito ringraziamento va al grandissimo Dave Liebman con il quale ho la fortuna di lavorare già da qualche anno e che mi onora della sua stima. Sono inoltre orgoglioso di presentare al pubblico italiano, per la prima volta, Ricardo Formoso, trombettista spagnolo dalle spiccate qualità musicali, molto richiesto in Portogallo, suo paese d’adozione. La ritmica è completata da due promettenti ed affermati talenti sardi: Tancredi Emmi al contrabbasso e Bruno Tagliasacchi Masia alla batteria.

Ho arrangiato 9 brani per un ensemble variabile da 5 a 10 elementi: un quintetto jazz ed “I suoni del Lago” String Quintet. Alcuni brani portano tracce del periodo in cui lavoravo al cd, come un diario di bordo:

RED MOON l’ho scritta nei giorni intorno alla famosa eclissi del 27 luglio 2018.

AUGUST 14TH è un omaggio alla città di Genova, ferita dal tragico crollo del ponte Morandi. Il brano è costruito su una metrica alternata di 6 e 5 e con un ritmo di framenco jazz. In apertura ad in chiusura una pagina con scrittura polifonica a canoni.

A JAZZ MARCH, dal sapore monkiano, è un omaggio al pianista di Detroit Barry Harris, la cui didattica, scienza e conoscenza musicale è fonte di ispirazione.

TELEFUNKY è costruito sopra un ritmo tipico delle street band di New Orleans chiamato Second line.

PETITE SUITE si articola in tre sezioni: un andante lento in apertura, una parte a velocità doppia con cellule melodiche ad imitazione tra le parti, ed una melodia piu aperta su un ritmo afro in 6/4.

TRAMAS, si basa sull’alternanza di semplici frasi musicali e lunghe pause che lasciano spazio alle armonie tenute e cangianti degli archi.

FADO MELODIE, è una canzone senza parole, melanconica e mediterranea.

BLUE INDIGO, è un jazz waltz

GARE DE L’EST. La prima volta che Dave Liebman si cimenta su una composizione di sapore tanghero. Segnalo un memorabile cameo del bandoneonista Gianni Iorio, un caro amico e straordinario collaboratore di lunga data.

TRACKLIST

1 Tramas
2 Petite Suite
3 Fado Melodie
4 Red Moon
5 Blue Indigo
6 Telefunky
7 Gare de l’est
8 August 14th
9 A Jazz March

Musicisti presenti nel disco:

FRANCESCO VENERUCCI – PIANOFORTE

DAVE LIEBMAN – SAX TENORE, SAX SOPRANO, WOODEN-FLUTE

RICARDO FORMOSO – TROMBA E FLICORNO

TANCREDI EMMI – CONTRABBASSO

BRUNO TAGLIASACCHI MASIA – BATTERIA

 

Ospiti del disco:

GIANNI IORIO – BANDONEON (7)

I SUONI DEL LAGO STRING QUINTET (1,3,4,5,7 e 8):

RICCARDO BONACCINI 1 VIOLINO

LORETO GISMONDI 2 VIOLINO

ACHILLE TADDEO VIOLA

ERNESTO TRETOLA VIOLONCELLO

PIERO CARDARELLI CONTRABBASSO

 

Prodotto da Francesco Venerucci per AlfaMusic Label&Publishing

Coordinamento di produzione: Fabrizio Salvatore e Alessandro Guardia

Registrazioni, missaggi e mastering: AlfaMusic Studio, Roma.

Tecnico del suono: Alessandro Guardia

Progetto grafico: Mirko Leonardi

Edizioni musicali: AlfaMusic Studio (Siae)

Tutti i brani sono composti ed arrangiati da Francesco Venerucci

 

 

RECENSIONI

29 dicembre  

recensione di Claudio Sessa del Corriere della sera, nazionale. E’ uscita ieri all’interno dell’inserto “La Lettura”.

16 dicembre 

recensione di Tramas di Giuseppe Grieco su Relics-Controsuoni.com

http://www.relics-controsuoni.com/2019/12/francesco-venerucci-tramas-alfa-music-2019-di-giuseppe-grieco.html?fbclid=IwAR3y8d3AzGuBRHiNIx2h9lyckBywId-bmx4k6eYcqs8BrScWRXsHWZbBu-U

 

10 dicembre 

recensione di Tramas di Mirco Calvano su Music.it

https://music.it/magazine/interviste/francesco-venerucci-amare-tanti-percorsi-musicali-per-aprirne-di-nuovi?fbclid=IwAR3REsH8WPEL8JoAqYjgigW_uaPXxFXE5krpeTOQs1-5dGo2JGUIKhO8oRk

 

10 dicembre 

recensione di Tramas su Suono Ibrido

https://suonoibrido.wordpress.com/2019/12/10/francesco-venerucci/?fbclid=IwAR25BQt1RsKlxBP_7tR7vKfTxJAm9G8hbPhfJMN7sElM-Pvi41r8-GQydhs

 

26 novembre

recensione di Tramas di Mario Grella su off topic magazine

https://offtopicmagazine.net/2019/11/22/francesco-venerucci-tramas/?fbclid=IwAR3vgGfO0aOIa7HZwzKN5DTVawAprsiuUG9tP76XJ7WI6WWLUKArdS1v94k

 

16 novembre 

recensione del concerto al Jazz Club di Latina

Luca Cianfoni per Fatto

https://fattoalatina.it/2019/11/16/latina-la-pioggia-non-ferma-il-jazz-di-francesco-venerucci/?fbclid=IwAR34Q2hImEHxEMHOf8-rOsbFd9-hJIAGbwMpiV5h_z3VYOvBA7wRS6se3EU

Francesco Venerucci

Note di Copertina di Gerlando Gatto

Una squisita sensibilità non solo musicale, una solida preparazione dal punto di vista sia esecutivo sia compositivo, l’assoluta propensione a mettersi sempre a servizio della musica e non viceversa: queste la caratteristiche fondamentali che fanno di Francesco Venerucci un musicista completo, raffinato, in grado di misurarsi con efficacia tanto su partiture classiche quanto su pagine che fanno dell’improvvisazione la cifra saliente.
In questo ultimo album Venerucci ha composto e arrangiato nove brani per un ensemble di 10 elementi (quintetto jazz e quintetto d’archi) alla ricerca di quel sound particolare che contraddistingue oramai tutte le sue produzioni, un sound come risultato di una ricerca estetica complessiva che, non a caso, pone al suo centro il delicato e fecondo rapporto fra composizione ed improvvisazione.
Di qui una ricca tavolozza timbrica declinata attraverso colori, sapori, ritmi i più variegati che vanno dal blues al tango, dallo swing all’afro sempre con un linguaggio pertinente e mai banale.

A conferma di quella sensibilità cui in apertura si faceva riferimento, alcuni brani fanno esplicito riferimento al periodo in cui il CD è stato concepito: così ‘Red Moon’ è stata scritta nei giorni intorno alla famosa eclissi del 27 luglio e ‘August 14th’è un omaggio alla città di Genova, ferita dal tragico crollo del ponte Morandi.

Il progetto vede, oltre Venerucci al pianoforte, la partecipazione del grande sassofonista americano Dave Liebman (già compagno d’avventura di Venerucci nel cd ‘Early Afternoon’), del trombettista spagnolo Ricardo Formoso e della ritmica composta da due amici sardi, Tancredi Emmi contrabbasso e Bruno Tagliasacchi Masia batteria; in un solo brano (‘Gare de l’est’) Gianni Iorio al bandoneon. A questi musicisti di impronta chiaramente jazzistica, si aggiunge “I suoni del Lago String Quintet” con Riccardo Bonaccini 1 violino, Loreto Gismondi 2 violino, Achille Taddeo viola, Ernesto Tretola Violoncello e Piero Cardarelli contrabbasso.

Sarebbe quasi inutile sottolinearlo, ma l’apporto di Liebman si rivela ancora una volta particolarmente importante. Considerato ben a ragione uno dei massimi esponenti del ‘sassofonismo’ jazz di questi ultimi anni, Liebman vanta un curriculum di altissimo profilo, avendo collaborato con tutti i grandi del jazz da Miles a Elvin Jones, da Chick Corea a McTyner, ed essendo altresì perfettamente in grado di affrontare il repertorio hardbop degli Anni ‘50 e ’60 con incursioni nella musica odierna. Il tutto grazie ad un eloquio, un fraseggio che, in questa occasione, si sposa perfettamente con l’arte pianistica del leader.
I due dialogano ora su trame sognanti, oniriche (come nella title track che apre l’album con un convincente Liebman al flauto), ora su tempi più mossi come in ‘Red Moon’ caratterizzato da una bella linea melodica ben disegnata da Ricardo Formoso, ora su cullanti tempi dispari (‘Blue Indigo’) in cui la capacità di Venerucci di sposare linguaggi jazzistici con atmosfere cameristiche si evidenzia con semplicità e chiarezza, ora su ritmi vagamente tangheri (‘Gare de l’est’) con il decisivo apporto di Gianni Iorio al bandoneon in sostituzione del trombettista spagnolo.

Raccolto e dolente il clima che si respira in ‘August14th’ e non potrebbe essere altrimenti vista la vicenda che ha ispirato il brano e cui abbiamo già fatto riferimento.
L’album si chiude con ‘A Jazz March’ un pezzo, come recita il titolo, sicuramente ascrivibile al “Jazz” senza se e senza ma, impreziosito da centrati assolo dei fiati e del leader.

Insomma un album godibile dal primo all’ultimo istante per cui non mi resta altro che augurarvi un buon ascolto.

Francesco Venerucci

Francesco Venerucci – Passaggi Radio Tramas Album

Passaggi Radio

venerdì 20 dicembre, ore 15

Rai Radio UNO – Music Club.

 

martedì 17 dicembre, ore 18

Radiostart , Un Disco al giorno conduce Fabio Ciminiera

www.radiostart.it/blog/category/jazz-un-disco-al-giorno/

 

Venerdi 13 dicembre

RAI Radio Tre – Qui comincia conduce Valentina Lo Surdo

https://www.raiplayradio.it/audio/2019/12/QUI-COMINCIA-1060d608-14e1-447e-b831-4ec3b858d603.html

 

9 dicembre 

Contatto Radio

https://www.contattoradio.it/playlist/misterioso-dicembre-2019/?fbclid=IwAR3R9jrUoS71qeqMZq7NCmcdsuTgmh_25rxEletOwunlH5m8wlhm4HNG9bU

 

9 dicembre 

Intervista a TO TAPE Radio CRT

https://totaperadiocrt.wordpress.com

https://totaperadiocrt.wordpress.com/2019/12/12/podcast-12-francesco-venerucci-il-jazz-il-gospel-i-dischi-tristi/?preview_id=866&preview_nonce=3c53bf18d7&preview=true&_thumbnail_id=868&fbclid=IwAR1E2rBjc5jkaZ3MWl0kW1B-fD03iO7zhZGeMRKf_P2Ft42IC5WfjswBbKw

 

 

giovedì 14 novembre

ore 12,30 intervista in diretta in studio con Radio Sonica con Fabio Luzietti.

ore 13.00 intervista telefonica in diretta con Radio città aperta con Ludovica Valori

ore 13,45 intervista telefonica registrata con Radio Radio con Leo Kalimba

 

giovedì 5 dicembre

ore 18.00 intervista telefonica in diretta con Radio Panorama  con Salvo Belcore

 

Radiostart
Jazz un disco al giorno condotto da Fabio Ciminiera
trasmissione del 17 12 2019

http://www.radiostart.it/blog/2019/12/17/jazz-un-disco-al-giorno-17-12-2019/?fbclid=IwAR0WYh14UpQ0bv6GBgisWSBgPup1rgPHKwX_l-PjlcoEZslGYx8j8YTTbTE

 

Rai Radio 1
Music  Club condotto da John Vignola
Trasmissione del 20 12 2019

https://www.raiplayradio.it/programmi/radio1musicclub/archivio/puntate/

 

 

 

Francesco Venerucci

Jazz Performance dal vivo con Videoproiezioni

Giardino delle Arti Castel di Guido presenta

Jazz & Movies – Jazz Performance dal vivo con Videoproiezioni

Domenica 21 luglio 2019
ore 21 Buffet, inizio spettacolo ore 22
contributo €15
Prenotazione obbligatoria: email giardinoarticdg@gmail.com
Tel 3476407520

 

Patrizio Destriere sax
Francesco Venerucci keyboards
Giuseppe Civiletti contrabbasso
ospite Ettore Fioravanti batteria

 

 

Francesco Venerucci

Venerucci e Liebman in onda su Radio Rai 3

On May 18th, 11,00 PM. Dave Liebman and Francesco Venerucci live on La Stanza della Musica @ Radio Rai3.

Domani Venerdì 18 Maggio , alle 23,00 va in onda La Stanza della Musica @ Radio Rai3: ospiti Dave Liebman e Francesco Venerucci.

 

SEGUI LA DIRETTA SU RADIO RAI 3 

Francesco Venerucci

Luigi Onori sull’Album “Early Afternoon”

 

Venerucci è un pianista e compositore (autore di musiche di scena, balletti, colonne sonore, musica da camera e sinfonica) che molto si è dedicato alla tradizione “colta” e contemporanea del Novecento europeo mantenendo, tuttavia, per il jazz un’attenzione ed uno studio profondi. Non si tratta di un pianista classico che si diletta di musica afroamericana: il rapporto è molto più intenso e, soprattutto, strettamente intrecciato alla ricerca estetica complessiva che, non a caso, pone al suo centro il delicato e fecondo rapporto fra composizione ed improvvisazione. <<Ci sono molte più cose in comune di quanto non si creda – ci ha detto in una recente intervista -: bisogna fare un atto di umiltà come studioso di musica classica e un atto di consapevolezza, di superiorità come “amatore” di jazz ed ad un certo punto si arriva ad un gradino superiore>>. Nell’album (coprodotto dall’artista con Gabriele Rampino, “motore” dell’etichetta dodicilune) c’è un diretto riferimento a Massimo Fagioli, <<medico psichiatra, pensatore ed artista (che) ha speso la vita per la realizzazione e il benessere psichico degli esseri umani. Dedico questo lavoro a lui ed all’Analisi Collettiva a cui ho avuto l’immenso piacere di partecipare>> (Fagioli è scomparso il 13 febbraio 2017)

Un inequivocabile segnale della valenza dei dieci brani proposti (nove originali e lo standard “When You Wish Upon a Star”) è la presenza in quattro titoli del sax soprano di Dave Liebman. Non c’è stato “contatto diretto” tra i due artisti: Venerucci ha inviato le sue musiche (registrate e su partitura) al celebre solista e didatta il quale ha accettato con entusiasmo di sovraincidere (presso il Red Rock Recording studio di Saylorsburg, in Pennsylvania) ed arricchire “Good Morning Mr Samsa”, “Music fo Lilith”, “Exodus” ed “Early Afternoon”, composizioni in cui si avvertono riferimenti letterari e sonori. Talmente è marcata la personalità di Dave Liebman – tra i migliori e più creativi discepoli di John Coltrane, da cui ha ereditato l’urgenza espressiva e la maestria tecnica mai fine a sé stessa – che l’effetto sovraincisione sparisce a favore di una compresenza degli artisti, pur distanti nel tempo e nello spazio, che si fa reale e palpabile. Tutto ciò senza una base ritmica e nella più empatica interazione fra piano e sax soprano.

<<Si vede danzare qualcuno sopra il pianoforte, si aggiunge un movimento in più ed era proprio quello che cercavo (…) Il disco all’inizio doveva essere – precisa Venerucci – in piano solo. I brani sono stati composti originariamente per sax soprano solista o un ensemble orchestrale. Quindi ho dovuto fare una riduzione dell’orchestrazione fino al piano solo, anche per poter portare in giro i brani più agevolmente. Poi mi sono accorto che avevo comunque questo legame con il sax soprano, alcuni pezzi erano assolutamente adatti a quella presenza ed ho pensato che Liebman fosse la persona ideale: per l’ammirazione che gli porto, per la sua vicenda, per la statura d’artista e per come ha attraversato la storia del jazz, partendo dai massimi livelli (Miles Davis), cercando di non tradirsi mai e di evolversi sempre>>. Musica fortemente connotata e strutturata quella del pianista che nasce in un arco temporale vasto e da circostanze concrete. L’occasione per preparare i materiali di “Early Afternoon” (dopo circa dieci anni da “Tango Fugato”, 2007) origina da un recital commissionato nel 2011 dall’Associazione “Amore e Psiche” presso la loro sede, <<una bellissima libreria del centro storico di Roma>>, come precisa l’autore. Il tema portante è quello dei rapporti tra musica e letteratura e l’autoindagine di Venerucci copre un arco compositivo di circa vent’anni: attinge, in buona sostanza, ad un repertorio personale di brani nati sulla suggestione di letture (“Delitto e castigo”, “La piccola fiammiferaia”…) che traducono in vibrazioni sonore quello scatenarsi di emozioni e sentimenti causati dallo scendere “dentro” un testo letterario.

<<Ci sono circostanze – racconta Venerucci – che mi hanno portato ad avere contatto con certe letterature; le musiche sono nate in quella temperie lì. Altre volte sono nate per degli spettacoli ma non sono didascaliche. E’ tutto un fatto di temperie emotiva e di circostanze della mia vita personale che mi hanno condotto a coinvolgermi verso certe letture>>. Altro tema importante è quello delle figure femminili disseminate in vari titoli e frutto di un elaborato processo, come ha spiegato l’autore. <<“Aurora” era per Nietzsche, un confronto con un gigante scritto quando ero molto giovane. Confrontarmi con Nietzsche, Kafka, Dostoevskij, Andersen lo potevo fare quando ero abbastanza incosciente. Di immagini femminili ci sono la piccola fiammiferaia, Siduri e Lilith. Siduri viene dalla sagra di Gilgamesh e Lilith era una figura biblica-prebiblica di origine sumerica. Siamo nell’ambito delle origini della letteratura che mi ha sempre interessato, le “immagini primordiali” che sono alla base della nostra cultura e, a volte, sono precedenti a qualsiasi documento scritto. Sono interessato a rifletterci da vari stimoli>>.

Un album, in definitiva, che coniuga rigore compositivo con fluenza improvvisativa, temi culturali e letterari vissuti senza effetti “mimetici”, musiche che si collocano tra Europa/Asia/NordAmerica attingendo ovunque. Un Cd avventuroso e maturo, meditato e spontaneo, costruito da una personalità complessa che non rinuncia a sé stessa pur trovando una comunicativa diretta e, a tratti, irresistibile. Cosa dire del candore e della tenerezza che traspaiono (si vorrebbe dire trasudano) da “When You Wish Upon a Star”?

di Luigi Onori – Articolo postato il 27 marzo 2018 sul sito “A proposito di Jazz”.

Francesco Venerucci

Francesco Venerucci TRIO – Early Afternoon Album presented in Sardinia

Early Afternoon is the latest brilliant work of Italian pianist and composer Francesco Venerucci.
Considered one of the most interesting pianists of his generation, Venerucci presents his new album featuring the international jazz icon, Dave Liebman on saxophone.
Early afternoon, published with Dodicilune Record and distributed by Ird in the online stores, embodies author´s incessant quest for stylistic synthesis of different musical languages.
Venerucci´s ability unfolds harmonic density together with polyphonic constructions that recalls Ellington, Evans and Richie Beirach nuances.
This work translates efficiently the vast personality of Venerucci whom is able to combine classical and jazz music vividly.
Early Afternoon is now presented in a trio setting, featuring two Sardinian musicians: Tancredi Emmi on contrabass and Bruno Tagliasacchi Masia on drums.
Both two they worked extensively abroad in different jazz band and orchestras. Remarkable are the international collaborations and festivals they have been working as the Copenhagen Jazz Festival, Ponferrada Jazz Festival, Time in Jazz, Karel Music Expo.
To cite few, Tancredi has played and recorded with Paolo Fresu, Daniele di Bonaventura and Sardinian Chamber Orchestra.
Bruno currently lives in Copenhagen and he has performed and recorded with names such Stefano D´Anna, Giò Yanez, Seven Steps 6tet, Danish Radio AM big band, Copenhagen big band and more.
Francesco Venerucci

Early Afternoon, il nuovo disco di Venerucci con il sax di Liebman di Eraldo Martucci

Come ha sottolineato felicemente il critico Stuart Isacoff “il pianoforte non è uno strumento e basta: è anche uno scrigno dei miracoli, ripieno di speranze, desideri e disinganni, non meno che di corde, di martelletti e di feltri. Mutevole come la condizione umana, è stato un simbolo di eleganza raffinata di un interno domestico vittoriano od indifferente squallore in un bordello di New Orleans”. Sua è la capacità straordinaria di adattarsi a tutti gli stili di musica di qualunque epoca: fughe barocche e fantasticherie romantiche, schizzi impressionistici, inni liturgici e ritmi jazz. E tra le grandi personalità del mondo jazz degli 88 tasti c’è sicuramente il pianista e compositore romano Francesco Venerucci, il cui nuovo lavoro discografico “Early Afternoon” sarà presentato questa sera alle 21,00 al Teatro Paisiello di Lecce (ingresso 15 euro / loggione 12 euro). Sul palco lo affiancherà Dave Liebman, il grande sassofonista statunitense, che ha suonato con Miles Davis, Elvin Jones, Chick Corea, John MacLaughlin e McCoy Tyner. I suoi lavori spaziano dalla classica al rock al free jazz. Il concerto è organizzato dall’etichetta discografica salentina Dodici Lune, che ha prodotto il disco, distribuito in Italia e all’estero da Ird. Nella continua e incessante ricerca della sintesi stilistica tra linguaggi musicali, Venerucci trasferisce la densità armonica e la stratificazione polifonica sulla superficie della tastiera, nel solco della tradizione tracciata da Duke Ellington, Bill Evans e Paul Blay, fino a John Taylor e Richie Beirach. “L’album traduce al meglio la complessa personalità di Venerucci in grado di combinare classico e Jazz con vivacità compositiva. Pianista eclettico accoglie nel suo lessico musicale figurazioni che rimandano ora alla spazialità cosmica Skrjabin, ora al post romanticismo di Rachmaninov, ora alle sinuosità puntiformi di Debussy” si legge nelle note di copertina a cura di Eliana Augusti.

di Eraldo Martucci su “Il Quotidiano” di Lecce